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Michele Racconta...
L'AltraPolinesia: Un Diario di Viaggio
...la scoperta di un atollo fuori dal mondo...

Pur vivendo per la maggior parte dell’anno in Polinesia e nel contempo lavorando per la maggior parte dell’anno sempre in quel di Polinesia, Ludovica non era ancora riuscita ad andare su un atollo, come d’altra parte avrebbe voluto provare l’esperienza di navigare di notte o semplicemente il navigare senza vedere terra all’orizzonte. Oramai era diventato un sogno e non potevo disattenderlo ulteriormente e così, avendo 15gg liberi da impegni di crociere, abbiamo deciso di navigare e realizzare questo sogno. Le Tuamotu un po lontanine da Raiatea per 10 giorni utili tra navigazione e permanenza ma d’altra parte l’unico atollo 'a portata di mano' vicino alle isole della società è Mopelia, tutta a ovest, 160 miglia, ma con una Pass da brivido e un ritorno che al 99% dei casi ci farà piangere per ritornare... avendo mare, corrente e vento contro...
Alla fine decidiamo lo stesso per Mopelia e dopo aver fatto un po di cambusa e rifornimenti di gasolio, benzina ed acqua dolce, la mattina del 12 ottobre partiamo!
Il viaggio inizia bene grazie ad un branco di delfini che ci scorta fino alla Pass di Tahaa anche se a sud ed est ci sono nuvole minacciose che ci inseguono ma, come giocando a nascondino, per tutta la durata del viaggio non ci bagneranno mai completamente... solo qualche goccia. Il vento è debole per una andatura di poppa come si deve ed utile per farci arrivare a Mopelia per l’indomani prima del successivo tramonto del sole, quindi ci aiutiamo con un po di motore.
Prima delle 11,00 siamo in vista dell’atollo... una sottile linea verde all’orizzonte, una linea che con il passare delle ore diventa sempre più definita... ora si possono distinguere le palme da cocco e lì, più a sinistra... l’onda frange libera con tanta schiuma... ci deve essere solo un po di piattaforma interna e quindi l’oceano può entrare più pimpante in laguna.
Che spavento... un tonfo sordo a dritta della barca ed una imponente figura scura si erge sempre più...s embra non finire mai... poi si corica lentamente su un lato e si lascia andare provocando un fragore impressionante. Talmente vicina da poter vedere gli occhi, occhi che ci son sembrati di rimprovero perché l’avevamo disturbata con il nostro rumore... talmente vicina da distinguere le incrostazione sulla pelle grigio scuro... Sì una megattera... e poi in rapida successione ancora una ed un’altra ancora. Non penso ci fosse il piccolo perché le dimensioni erano pressoché simili ma giurerei che era una famigliola di megattere.
Il comitato di accoglienza è ancora in attività alla nostra poppa con salti spettacolari e siamo circondati da centinaia di Sterne, Sule ed imponenti Fregat... sono loro che ci vengono a vedere, a conoscere... Le Sule in particolare arrivano ad un paio di metri dalle nostre teste e girano la testa verso di noi... ci osservano... ne sono certo; altre tentanoi di approdare sulle crocette alte dell’albero di maestra ma è di alluminio e quindi scivolano. Le Fregate, con il loro volo imponente e calmo ci osservano dall’alto, senza muovere le ali e sfruttando con l’innata maestria le correnti ascensionali.
Coroniamo dall’esterno l’atollo fino a intravedere la famigerata Pass dove verrà messa alla prova l’esperienza e la capacità marinara del Capitano. Un odore acre di guano e di ammoniaca pervade l’aria che respiriamo: alla nostra dritta c’è un motù che migliaia di uccelli hanno eletto a loro dimora e il frastuono è tale che con Ludovica dobbiamo gridare per intenderci.
Il Gps mi posiziona sulla carta a 100 metri dall’inizio della Pass ma... Non può essere perché la vedo davanti a me... a dritta, Mi fido della carta o del mio intuito... no, le carte possono essere non precise per questi luoghi dimenticati... meglio l’intuito... E così attacco l’entrata senza nessun supporto se non Ludovica che a prua, osservando la diversa colorazione dell’acqua mi indica da quale parte restare... si restare e non andare... la pass è leggermente più larga della barca e quindi non c‘è spazio per gli errori. Motore al massimo dei giri per superare i 4 nodi di corrente che mi respingono fuori dalla Pass e in 20 minuti riusciamo a superare la parte più problematica... ora ci sono solo qua e la delle patate di corallo affioranti ma si vedono bene.
Diamo fondo in 6 metri di acqua in una laguna da mozzafiato ed i colori sono vivaci e netti grazie al sole che questa mattina ci ha accompagnati.
Su questo atollo vivono solo 3 persone, una coppia della quale per il momento ricordo solo il nome di lei... Monique, mentre il marito è polinesiano, di Maupiti. Anche Hinatea, una ragazza di 35 anni, viene da Maupiti. Vivono isolati in questo paradiso facendo copra che una nave ogni tot di mesi recupera e con questo introito comprano ciò che non è disponibile sull’atollo, prevalentemente alimenti ed utensili.
Grande festa il giorno successivo per il nostro arrivo. Abbiamo portato un cosciotto di agnello e delle costicine di agnello... ovviamente è molto gradita la carne qui, dove l’alimento di base è il pesce. Un po di buon vino per accompagnare questa inaspettata grigliata sotto gli occhi attenti di decine di grandi Paguri che attendono qualche residuo che cade in terra. La sera, ritornando in spiaggia dove ci attendeva il nostro gommone, abbiamo dovuto fare uno slalom serrato per non pestarne un po!!
Hinatea ci sorprende con i suoi racconti.
Originaria di Maupiti sognava di farte il pompiere e così è riuscita ad andare in Francia, fare il corso per pompiere, essere abilitata e quindi ha lavorato per 2 anni vicino Tolone.
Troppo freddo, sia come clima che nei rapporti con la gente, il grigio ed il nero i colori predominanti dei vestiti della gente, lei che era abituata al colore ed al calore , alla luce... No questo era un sogno  è vero ma anche nel sognare si sbaglia ed allora è meglio rientrare nei ranghi prima che il senso di disagio si trasformi in stress e depressione. Di Ritorno a Maupiti una decina di anni fa, dopo alcuni mesi si sente ancora a disagio... anche qui non riesce a trovare la pace che cerca... Troppi cani che abbaiano galli che cantano, motorini che sfrecciano con le marmitte bucate e musica dum dum che assorda le orecchie... Mopelia... si questa può essere la prossima destinazione.
Lei vive tranquilla, con i suoi ritmi e quelli della natura, la mattina dedicata al lavoro, a raccogliere i cocchi, a sgusciare il mallo ed a metterlo sull’essiccatoio... poi un pranzo leggero e poi a pesca per procurarsi la cena. Dovrebbe andare a Bora dal dentista perché ha un po di fastidio ad un dente ed aspetta una barca di pescatori che le hanno detto che verranno a giorni ...non vuole restare troppo fuori dall’atollo, sa già che penerà per ritornarci poiché dovrà affidarsi alla compiacenza di qualche altra barca che si spingerà lontana per la pesca!!!
Restiamo 6gg in questo atollo, diamo una mano per quanto possibile, ma la meteo è inclemente e giorno dopo giorno piove, l’onda è alta ed il vento rafficoso. Peccato!
Facciamo qualche escursione di qualche ora ma non possiamo spingerci dalla parte opposta dell’atollo perché con il vento e l’onda che si è creata sarebbe imprudente andarci. Comunque riusciamo a vedere qualche motù ed una parte del vecchio reef dove nidificano le Sterne.
Una notte siamo anche andati a caccia di 'Caveu', i così detti Granchi del cocco. Sono enormi e a ben guardarli hanno veramente un non so che di preistorico. Il carapace e l’addome sono grandi come una noce di cocco e le chele sono enormi, possono tranciarti un dito senza fare troppo sforzo ma... bolliti e mangiati sono una prelibatezza.
Ne abbiamo magiati diversi, insieme all’immancabile cuore di Palma, dico cuore di palma e non di palmito, quello che generalmente si conosce. Il cuore di palma che si ricava abbattendo una palma di 3-4 metri è generalmente lungo sul metro e con un diametro di 6-7 centimetri... croccante, bianchissimo, gustoso... Ciò che più gli assomiglia qui da noi è l’ovulo fresco mangiato crudo a fettine. Non voglio farvi sbavare ma credetemi, pescare in riva dei pesci, sfilettarli e mangiarli a mò di poisson cru con un po di lime e latte di cocco dopo un’ora... non ha prezzo... come recita una pubblicità.
A causa del mal tempo abbiamo rimandato la partenza ma bisogna andare... abbiamo una crociera programmata fra 4gg e non possiamo mancare all’appuntamento!!!!
Partiamo, sapevamo che sarebbe stata dura... ma non così!!
Dopo aver veleggiato caparbiamente per una mezza giornata abbiamo fatto solo una decina di miglia di avvicinamento alla meta e, a causa di onde alte la barca beccheggia violentemente: il motore fuoribordo, da 15cv, che era 'saldamente legato a poppa della barca ha rotto i bulloni che lo trattenevano e penzola pericolosamente fuoribordo... solo la tenacia di Ludovica evita che venga portato fuoribordo e lasciato in obolo a Nettuno. La barca è come un cavallo in corsa ad ostacoli e bisogna tenersi saldamente per non cadere e farsi del male... il pilota automatico non funziona più e bisogna timonare a turno, giorno e notte. Nel mentre mi riposo sul divano, in dinette, il tavolo che era anch’esso saldamente ancorato a terra o meglio al paiolato per dirla in termini marinari, rompe anch’esso e mi piomba con tutto il suo peso sulla schiena, fortunatamente di piatto e i danni sono limitati. Cosa fare se non lasciarlo a terra e mettere degli strofinacci per evitare che scivoli nelle rollate e faccia ancora danni? Dopo 42 ore di questa tormentata traversata siamo in vista, si fa per dire poiché sono le 2 del mattino ed è buio pesto, della Pass di Tahaa che ci riporta finalmente in laguna.
Da queste parti non si naviga mai di notte poiché non sempre i fanali sono accesi e di notte è impossibile vedere pericoli come bassi fondali, reef etc etc.
L’ho fatta innumerevoli volte questa pass ma sempre di giorno. Tutti i miei sensi sono tesi come corde di violino, sono tesi a percepire il minimo rumore, la minima luce, il minimo segno che mi possa indicare che davanti a me c’è un pericolo. L’allineamento è giusto mi pare ma allineare due luci rosse non ben definite può dare scarti di rotta anche di 20m metri e in queste occasioni anche 10 metri fanno la differenza.
Il Gulliver scivola sicuro nell’onda che lo spinge nella pass non ho diritto ad errori... ancora una volta... L’onda si placa e il suo frangere è ora solo un mormorio... ci siamo, siamo dentro: tutto ritorna alla normalità... la barca è un po un campo di battaglia sia dentro che fuori... mangiamo qualcosa, di frugale certo, siamo stanchi. Arriviamo alla nostra boa, a Raiatea, è occupata da un’altra barca mondo ladro... bhe c’è un’altra boa libera più in la, prendiamo quella per questa notte. Poche manovre indispensabili e poi andiamo a nanna. Si certo molto stanchi ma con una esperienza da non dimenticare.
Michele
 
Bora Bora in Barca : Il Vento
Questa sera il vento scende giù dalle pendici del monte di Bora, non è un bel vento teso ma viene giù a piccole raffiche, indeciso se soffiare o no.
Una prima raffica... poi una seconda... più lunga e con più forza e poi... calma di vento; è il linguaggio del vento per chi sa ascoltarlo, ti sta dicendo 'guarda che se voglio posso soffiare forte sai?'.
Il Gulliver, da vecchia signora del mare conosce bene il suo linguaggio e lo asseconda... dolcemente si mette in filo a vento... una posizione di sottomissione ma... fiera.
In realtà, il vento sta guadagnando tempo... vuole ancora farsi sentire ed imporsi ma non ha più forza e tra qualche ora anche le sue raffiche saranno meno frequenti e meno impetuose e poi si assopiranno come il vento che le ha generate.
Io lo so, la tecnologia mi ha regalato la carta delle isobare per il sud pacifico e sulle coordinate del Gulliver si stanno facendo sempre più larghe, quindi sempre più debole il vento: un trucco innocente per prenderlo in contropiede e prevenire le sue imposizioni improvvise ma, non è sempre così, in un modo o nell’altro nonostante tutte le previsioni e le carte meteo l’ultima parola è sempre la sua: è fatto così ed è inutile contrastarlo... anzi bisogna assecondarlo e mai fargli intuire che hai paura.

Il vento, compagno impareggiabile di mille navigazioni, il primo vero motore dell’uomo per viaggiare, per allargare i confini e l’orizzonte, per provare l’ebbrezza della vera libertà dell’essere e del sentirsi parte di un tutt’uno con ciò che ti circonda.

Il vento, quella sensazione di assoluta potenza che a volte ti travolge, ti sfida e  ti fa sentire piccolo ma indomito con le tue piccole vele che cercano l’angolo giusto per darti forza e velocità.

Il vento, quella scocciatura cittadina che mal si sopporta ma... che tutto muove intorno al mondo e fa parte integrante e indissolubile del nostro mondo verde... blu e azzurro.

Un abbraccio a tutti da
Michele
 
Intervista con Gufo Trip Advisor

Michele, della tua presentazione emerge che il tuo destino negli ultimi 8 anni è stato legato a questa meravigliosa barca chiamata Gulliver. Cosa facevi prima di incontrare il Gulliver? Sei sempre stato un uomo di mare o hai iniziato diversamente?

 

Ciao Gufo o meglio Ia Orana che in polinesiano è la traduzione di Augurio di buona giornata e si usa sempre in qualsiasi momento della giornata e della notte.

La traduzione di ciao è " nanà " ma si usa solo quando ci si lascia .

Dopo questo primo approccio alla lingua polinesiana passiamo a noi.

Sono arrivato a Bora Bora e sono all'ancora nella baia di Povai . E' una serata tranquilla e il vento si è assopito per il momento , forse per riprendere le forze e farsi sentire domattina. La luna a trequarti ha fatto sparire un po di stelle che normalmente impattano l'occhio del turista per quantità ma, la croce del sud e lo scorpione sono lì che dirigono il traffico e lentamente ruotano sulla testa mentre il capitano sorseggia il suo caffè vanigliato fatto con l'immancabile moka.

Cosa facevo prima di prendere il largo con il Gulliver ......

Bhe, nell'altra vita ho iniziato con l'interessarmi di editoria , prevalentemente universitaria, prima direttore di libreria dopo un po di gavetta , dopo di piccola catena di librerie, distributore, editore , un po tutto l'iter dei mestieri dell'editoria . Ma l'isola più interessante è sempre la prossima quindi sono entrato nel mondo dell'informatica ma, informatica è una parola grossa per quei tempi..... siamo agli albori dell'home computer , non so se ti dice qualcosa lo ZX Spectrum , il TI 99 , il primo Vic 20 e poi il C64 , per poi continuare con l'Apple 2 e la rivoluzione del Macinthosh .

I primi computer shop italiani . Dopo un anno sabbatico dove per pensare mi son fatto una traversata atlantica decisi che l'associazione informatica-telecomunicazioni poteva essere il futuro prossimo e così mi son buttato nel settore ( che non esisteva di fatto) . Ti parlo di tempi non remoti e di fatto l'unico monopolio in Italia era Telecom : Don Chisciotte contro i Mulini a vento.

Il mare e la barca erano sempre presenti nei fine settimana nei periodi di "riflessione" che mi prendevo nelle mai corte vacanze estive e cresceva sempre più la voglia di ritrovarmi su una distesa d'acqua senza terra all'orizzonte e quella sana sensazione di libertà che solo in questa situazione puoi trovare e provare . Non mi sono mai piaciute le cose semplici e di routine ed ho sempre aspirato il percorrere nuove rotte quindi ..... quale mezzo migliore di una barca a vela per portarsi dietro il "necessario" e navigare tra genti e culture diverse ?

Sulla rotta che in sei anni mi ha portato fin qui , la Polinesia è l'approdo che mi ha convinto di più ed ora, dopo i sei di navigazione, sono diciamo" fermo" in questi mari da 10 anni.

Solo negli ultimi 5 anni rientro regolarmente in Italia nei 3-4 mesi invernali boreali e così posso sfogarmi anche su internet . D'altra parte che senso ha conoscere e scoprire se poi non puoi condividere le tue conoscenze e le tue scoperte ? Questo sito d'altra parte nasce per questo no ?

Nana arue ( ciao a presto)

Michele

 

Gufo Trip Advisor

Ia Orana Michele! Non sospettavo un tuo passato informatico, e che passato! Lo Spectrum, il Vic 20, il mitico Commodore 64... chi non se li ricorda? Praticamente sei stato un pioniere! Certo che passare dai computer ai mari del sud dev'essere stato un bel salto. Nella tua presentazione hai accennato al tuo primo incontro col Gulliver, la tua barca, e mi è sembrato che ne parlassi come un'innamorato parlerebbe della primo incontro con la sua sposa. Il Gulliver è da anni non solo la tua passione ma anche la tua casa. Mi chiedevo: com'è vivere su una barca? Come trascorri le tue giornate? Senti mai la mancanza della terra ferma? Ti annoi mai, o provi solitudine? Insomma, la tua vita in barca a zonzo per la Polinesia credo rappresenti per tanti qui (a cominciare da me) un sogno idilliaco. Mi chiedevo quali sono le difficoltà che si incontrano nell'intraprendere una simile scelta, e se c'è un prezzo da pagare per questa libertà.

 

Ia Orana Gufo, sono le 5 del mattino e tra non molto comincerà ad albeggiare . Le case dei polinesiani sono già tutte illuminate e la maggior parte di loro è a tavola per l'abbondante colazione.

Qui si vive con il ritmo solare e salvo eccezioni per feste e similari si va a nanna alle 8.... 9 e ci si alza verso le 4,30....5 . Il fisico ringrazia e l'insonnia è un malessere sconosciuto .

In realtà questa notte mi sono svegliato dopo mezzanotte perché era in arrivo un acquazzone e il vento aumentava, ma ne è valsa la pena perché ho potuto assistere ancora una volta ad uno spettacolo inusuale della natura : un arcobaleno di luna .

Solitamente lo si può vedere con la luna piena quando piove nei dintorni ma , evidentemente anche con un quarto mancante la luce è sufficiente . Il fenomeno ha lo stesso principio con la presenza del sole ma, in questo caso è la luna che lo illumina . I colori sono individuabili ma tutti sul tono del grigio...un po eterei . L'ho visto altre volte , ma sempre in mare e sempre qui in Polinesia : evidentemente l'aria è talmente pulita che lo spettro dei colori formato dalle gocce di pioggia diventa visibile. Un'altra magia che riserva questa terra !

Sono stato richiamato in pozzetto da dei suoni gutturali . Ad est c'è un leggero chiarore ed i versi gutturali provengono da due piroghe con bilanciere ( Va'a) da 6 persone che già si stanno allenando e, il verso è dato dall'indicazione di cambio bordo delle pagaie . Tra un mese c'è l'Heiva e ci saranno anche le corse delle piroghe .

Il Gulliver ...... un amore a prima vista ! Avevo già un'altra compagna di viaggi di nome Cioè ma cosa ci vuoi fare ....questi marinai quando si infatuano di una barca partono per la tangente e non sentono ragioni . Ludovica, la mia compagna, era un po gelosa del Gulliver ma poi si è accorta che non ha senso ; come dice lei stessa questa barca non è altro che le terminazioni nervose di Michele : vivono insieme . Quando la sento soffrire sulle onde corte e nervose , io soffro ; quando la sento scivolare leggera sotto vela , godo di questo stato di benessere con lei !

Una barca a vela è l'incarnazione della libertà , intorno a lei non ci sono barriere e confini se c'è mare e puoi vivere in una specie di autarchia se lo desideri . L'ho fatto quando sono rimasto per due mesi in un atollo completamente disabitato delle Tuamotu . Pannelli solari per l'energia spicciola, la pioggia ti procura acqua dolce, le proteine dal mare e vitamine e sali minerali dalla palma da cocco con l'acqua della noce, la polpa, il cuore della palma e finanche un sostituto delle patate con la base della palma. Se poi vuoi farti una frittata ci sono sempre sterne e sule che depongono le uova !

Certo possono esserci momenti duri..... quella quasi tempesta , le avarie e rotture varie ma ..... questo non succede anche a te nella vita di tutti i giorni ? Forse non è una tempesta nel senso meteorologico e per l'avaria c'è un centro ricambi sotto casa ma.... un quasi parallelo ci sta !

Rinunce vere non ne vedo, ma sono di parte ovviamente ; ciò che per alcuni possono essere rinunce per me possono essere lezioni di vita . Si impara che le risorse non sono infinite quindi l'acqua va usata con parsimonia e che l'acqua di mare se ben usata sostituisce almeno il 70% degli usi consueti per lavare se stessi, i piatti, vestiario etc e che non c'è bisogno di litrate di detersivo o bagno schiuma . Si impara a riparare e non a sostituire, come facciamo tutti i giorni e che, l'energia eolica e/o solare sostituisce egregiamente il contatore dell'Enel ma... è gratis dopo aver acquistato il pannello e il generatore eolico.

In barca , non puoi nasconderti, nè con gli altri nè con te stesso . Sei ciò che sei senza coperture o nikname di comodo. Se sbagli nel fare qualcosa lo paghi , se sei indolente lo paghi, se sei pigro lo paghi . Impari l'equilibrio tra le cose e te stesso .

Ma forse dimenticavo il vantaggio più grande che una barca ti può dare : Viaggiare !!!

Platone, un vecchio greco vissuto tanti anni fa , parlando degli uomini diceva :

" Ci sono i viventi

Ci sono i morti

E ci sono coloro che se ne vanno sui mari "

Lui di uomini se ne intendeva ma vorrei aggiungere una quarta specie che a mio avviso si sta diffondendo sempre più ai giorni d'oggi .

I morti vivi il cui epitaffio potrebbe essere " Morto a 25 anni, sepolto a 75 .....morto per mancanza di curiosità ed entusiasmo "

Scusa le divagazioni filosofiche ma uscivano da sole dalla tastiera !!

Nana arue

Michele

Una precisazione a proposito del vecchio Platone .

A quei tempi l'andare per mare era il solo modo per viaggiare , quindi il riferimento alla terza categoria degli uomini era ai viaggiatori , a coloro che con curiosità ed entusiasmo si avventurano nel mondo alla ricerca di qualcosa; spesso questo qualcosa non ha una connotazione precisa, è più il desiderio di vivere qualcosa di nuovo ed inaspettato, emozioni e brani di una storia da scrivere : UN VIAGGIO !!!!!!

nana arue

Michele

Gufo Trip Advisor

Tra tutte le cose interessanti che hai detto, mi ha particolarmente affascinato (e reso invidioso) la storia dell'arcobaleno di luna... spero di riuscire a vederne almeno uno nella vita!

L'uomo e la natura, essere in balia degli elementi e allo stesso tempo dipendere da essi. L'esperienza più antica del mondo, che noi topi di città spesso non conosciamo e che - almeno per quanto mi riguarda - guardiamo con un misto di fascinazione e terrore.

Cosa ti ha dato negli anni questo rapporto così totale con la natura, e come ti ha trasformato?

 

Ia Orana Gufo.

Spesso dimentichiamo che noi facciamo parte integrante della natura, respiriamo, ci nutriamo, ci curiamo, viaggiamo e ci divertiamo con essa. Ciò non di meno ci comportiamo come degli adolescenti che ne rifiutano il ruolo materno e diamo per scontate troppe cose.

Ma questo è un discorso che ci porterebbe lontano dall'intervista .

Uno dei motivi che mi ha spinto a fermarmi un po in Polinesia è il rapporto che i polinesiani hanno con la natura. Nella storia e le tradizioni di questo popolo , la terra non appartiene all'uomo ma è l'uomo che appartiene alla terra e, la tradizione dell'interramento della placenta ne è la conferma.

La placenta del nuovo nato viene interrata nel giardino e sopra di essa viene piantato un albero, generalmente un Uru ( l'albero del pane) ; l'albero crescerà insieme al bimbo e quando sarà grande la pianta potrà dargli nutrimento. Tradizionalmente i Farè( le case) hanno i pilastri principali derivati dall'albero del ferro( chiamato così per la durezza del legno) , il tetto in foglie di Pandano e le pareti in foglie di cocco intrecciate. Se c'è bisogno di un cesto si fa prima ad intrecciarlo così come per un copricapo. La mattina le donne si "ingioiellano"con un fiore sull'orecchio e se devono andare al villaggio si confezionano una corona di fiori. Questi sono solo alcuni esempi del profondo rapporto che questo popolo ha con la natura. Un paradiso allora ? No , ogni paradiso ha il suo ingresso verso l'inferno e la cultura occidentale ne ha aperto un varco ancora più grande contribuendo a divaricare questo rapporto.

Ma, anche questa parte di discorso ci porterebbe troppo lontano .

Quando mi parli dell'osservare gli elementi della natura con fascinazione e terrore , io scriverei più con fascinazione e rispetto . Certo, vi sono momenti nei quali gli elementi naturali prendono il sopravvento sugli umani e incutono terrore ma sono casi eccezionali , sono dei segnali per chi vuole intendere . Nella maggior parte dei casi si resta affascinati e la giusta dose di rispetto serve per tenerti in guardia, per non strafare, per non superare il limite .

Nella traversata del Pacifico , dalle Galapagos alle Marchesi ( 27 gg di puro e splendido mare), ci siamo imbattuti in una migrazione di cetacei che approfittando della corrente di Hubot migravano verso acque più calde. Dalle 7 del mattino alle 4 circa del pomeriggio il mare intorno a noi era tutto uno schiumeggiare : delfini di tutte le razze e taglie con i piccoli indisciplinati che saltavano in verticale e poi cadevano a peso morto in mare, globicefali che quasi dovessero dare spettacolo uscivano fuori dall'acqua tutti in fila ben ordinati , balenottere che si rigiravano su se stesse e con la pinna sembrava che ti salutassero ma, queste ultime erano un pericolo per il Gulliver . Essendo 2 volte il Gulliver sia come lunghezza che peso bastava una codata , magari data per gioco, e del Gulliver non sarebbe rimasto nulla. Non ho modificato la rotta, né toccate le vele : la prua che solcava le onde doveva far parte del contesto , di questo meraviglioso quadro. Modificare la rotta per andare a vedere quel branco più da vicino significava strafare, superare un limite che avrebbe potuto indurre paura sulle balenottere!

Sempre nella stessa traversata una notte abbiamo avvistato una superficie grande come un campo di calcio, illuminata, un colore luminescente tendente al verdolino. Ipotesi si affollano nella mente .. un sottomarino...esperimenti in pieno oceano... . Il giorno dopo appresi per radio HF da un navigatore biologo che era una concentrazione di planton indotta dalle balene che sotto la superficie giravano in tondo e creavano quindi un vertice "rassemblatore"adatto ad una uscita in verticale con la bocca aperta: un pasto concentrato! Questa è la natura : fascino e rispetto!

La natura è diversità e fusione di elementi ( se solo lo applicassimo agli umani !!!).

Ogni giorno hai un pittore che si esibisce per te. Le nuvole non sono mai le stesse e la loro forma e colore cambia in continuazione , come il vento non è mai lo stesso e le onde e il colore del mare .

Anche quando sei vicino a terra il verde non è mai lo stesso , cambia con le ore e il sole, con il vento che muove le foglie o la pioggia che le imperla . Una ragazza che è venuta in barca e che dipingeva mi disse di aver riconosciuto in un pomeriggio almeno 18 tonalità di verde !!

Prima di partire la sera avevo bisogno degli occhiali per guidare ed altre lenti per leggere .

Ora ho 10/10 e solo con scarsa illuminazione uso gli occhiali per leggere. L'occhio si è abituato a guardare lontano , in profondità. Se ci pensi in città la visuale è tutta su oggetti vicini o relativamente vicini !!

La natura in realtà non ti trasforma , ti riporta sul suo cammino primordiale, quello abbandonato in nome di una civiltà che insieme a tanti aspetti positivi per l'uomo ne sta minando "la placenta".

Ciao Gufo, forse ho messo troppa carne al fuoco, ma ne ho tanta in dispensa quindi, quale migliore modo che dividerla tra amici ?

Nana arue

Michele

Gufo Trip Advisor

Michele, certo che ne hai viste e ne hai vissute di cose straordinarie... Raccontaci in libertà qualche altro aneddoto, le cose che più ti hanno più colpito, emozionato in questi anni passati a veleggiare per la Polinesia. Tra parentesi dove sei adesso? Ancora ormeggiato?

 

Sono ancora a Bora ho cambiato ormeggio, ora sono ancorato sul basso fondale del motu Tapu , vicino all'uscita della Pass di Bora . Sono arrivati i quattro fanciulli in viaggio di nozze ed è iniziata la settimana tra le isole sottovento che ci porterà come meta finale a Raiatea.

Sono dei ragazzi in gamba a prima impressione, più curiosi di conoscere che di visitare e questo è un buon inizio.

A volte mi trovo a riflettere su questo scorcio di vita e mi dico che sono fortunato a poter condividere una settimana del loro viaggio di nozze. Coppie che si aprono ad una nuova vita in comune, spesso sposate da 2 o 3 giorni , quindi con tutto l'entusiasmo che è riservato a chi ha voluto credere ad un futuro d'amore e di passione . Energia positiva, entusiasmo, come gli occhi di un bambino che scopre un nuovo mondo.

Una settimana in barca, a stretto contatto per quasi 24h al giorno può equivalere ad una stretta frequentazione tra a amici di uno o più mesi sulla terraferma. Ci si scopre pian piano e ci si lascia con quel misto di emozione e commozione che a volte sfocia in qualche lacrimuccia all'ultimo abbraccio.

Le magie ed il vissuto dell'esperienza polinesiana ravviva il ricordo e splendide amicizie nascono e si alimentano .

Sai che il Gulliver ha 6 "nipotini" ? Sei piccole creature concepite nella settimana vissuta in barca in Polinesia. Mi piace ricordarlo perché mi fa sentire un po "zio" .

Domani sera c'è l'elezione di Miss Bora Bora : quale migliore occasione per scoprire il mito della vahinè polinesiana? Penso che ci andremo !

Sul mito della Vahinè polinesiana mi sembra di aver pubblicato un post qualche mese fa ma non so in quanti lo hanno letto. A questo proposito ritengo possa essere utile inserire un piccolo contatore sui forum in modo da verificare quante letture ci sono state, tanto per trarne delle indicazioni di interesse.

Comunque in queste manifestazioni come l'elezione della Miss , la parte più interessante è il pubblico! Non che io disdegni la beltade delle fanciulle polinesiane, tutt'altro, ma l'obbiettivo della macchina fotografica spazia dalle forme e e visi delle fanciulle agli atteggiamenti dei sostenitori, a quella famiglia seduta al tavolo lì in fondo, all'occhio critico della "gran mamà" che è dubbiosa sull'opportunità stessa di questa manifestazione. Vi saprò dire!

Domenica saremo a Tahaa, la mia isola preferita, l'isola della vaniglia o l'isola selvaggia.

Sarà l'occasione per incontrare due amici polinesiani che ognuno a suo modo mi aiuteranno a far scoprire una piccola parte della gente di Polinesia.

"Mamà Naumi" l'incontrai 6 anni or sono durante l'Heiva di Raiatea. Le ero seduto accanto e quando il gruppo del suo villaggio si presentò sul piazzale di sabbia e si esibì nell'Otea ( comunemente chiamato tamurè dagli occidentali) , mi indicò sua figlia ...lì in prima fila .

Mamì aveva il suo vestito da festa colorato con grandi hibiscus rossi ed una corona di fiori freschi e profumati. Quel dito puntato sulla figlia e gli occhi dolci e lucenti esprimevano tutto l'orgoglio per essere la madre di Hinerè. Ci tenne a dirmi che era una delle sette figlie e di queste ben 3 erano state a diverso titolo delle miss . I suoi 74 anni facevano trasparire il suo passato di splendida vahinè .

Mi raccontò che in realtà ne aveva avute altre due di figlie , ma le aveva "donate" ad una famiglia francese. Detto così, a noi occidentali, potrebbe apparire una mamma che non ama i suoi figli ma, non è così : tutt'altro !

Solo da una decina d'anni si è iniziato a regolamentare l'adozione così come noi la intendiamo . Qui l'affidamento è sempre stata una pratica corrente e diffusa . Se la mamma era troppo giovane per occuparsene, il bimbo veniva affidato alla nonna, alla sorella, la zia, la vicina di casa o l'amica . Idem se la famiglia per qualche motivo non poteva più occuparsene, anche temporaneamente.

Qui il bimbo è sacro e in ogni caso viene tutelato. La famiglia che lo accoglie lo tratta come se fosse suo figlio naturale e non acquisito : sono i fratelli e sorelle " fa'amu ". Tutto nella più assoluta semplicità e chiarezza di ruoli ma senza distinzione alcuna di trattamento. Quando si parla dei nostri orfanatrofi .... mi dicono che siamo dei selvaggi : come dargli torto !!!

L'altro personaggio è l'amico Norbert .

Norbert ha la sua casa sullo stesso motù Tau Tau dove è stato costruito 7 anni fa il Tahaa Private Hotel , uno degli hotel più costosi della Polinesia e che fa parte della catena Relais Chateau .

A parte qualche pianta di "Ti" che per i polinesiani è un limite di proprietà, niente divide l'hotel dalla sua casa.

La "Hoa"del Tau Tau ( canale tra 2 motù collegato indirettamente all'oceano) racchiude uno dei giardini di corallo in acque basse più bello di tutto il pacifico, ma fortunatamente i clienti dell'hotel preferiscono la piscina e le sedie a sdraio in teak dove potersi crogiolare e gioire della fortuna spesa per dormire in una palafitta denominata in termini turistici appropriati overwater .

Così noi, poveri mortali, possiamo meravigliarci della fantasia della natura nel riprodurre tanti colori e forme di corallo e della tavolozza che ha usato per distinguere centinaia e centinaia di pesci tropicali . Norbert vive in fusione con questo giardino di corallo, fa mangiare ai pesci le banane troppo mature e qualche avanzo e in cambio ogni tanto prepara la brace per qualche pesce più appetitoso di altri : uno scambio equo no ?!!

Norbert viene a prelevare i miei fanciulli e li porta a casa sua mentre con l'ukelele ( chitarra senza cassa armonica) intona uno dei suoi stornelli. Un po' di acqua di cocco per dissetarsi e qualche fetta di pompelmo polinesiano ( che è dolce ) e poi via per i sentieri del giardino con nuvole di pesci che vengono a vedere di che razza sei e se il costume colorato che porti è in qualche modo commestibile. Ho visto ragazzi uscire dallo snorkeling con le lacrime agli occhi dalla gioia . Ogni tanto la natura riesce a commuovere per la sua bellezza anche i compassati cittadini .

Due incontri , mamà Naumi e Norbert, incontri con gente semplice e dal cuore generoso , con gli occhi da bambini curiosi e pieni di innata dolcezza.

Quasi sempre il ricordo più bello di un viaggio è l'incontro con la gente del luogo.

Nana arue

Michele

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Siamo in navigazione da Bora a Tahaa .

Le previsioni meteo per oggi, dopo 3gg di nuvolaglia, erano discrete ma ora che ci siamo dentro sono semplicemente ottime. Venticello da nord sui 15 nodi, onda lunga da sud-ovest, mare leggermente increspato dal vento, nuvolette da aliseo e sole ; tutta randa e genoa con andatura al traverso lasco. Cosa ci si poteva aspettare di più in un tratto in cui solitamente trovo vento di prua e sono costretto ad andare a motore e randa al centro ?

Ho aperto così il mio tavolino in pozzetto, affidando il timone a "Guido" ( il mio pilota automatico)e mi son messo a scrivere sul mio taccuino.

Questa mattina mi sono alzato alle 5 , c'era luna piena e il ponte della barca era illuminato a giorno nel mentre giove sorgeva ad est . Come si suol dire il buongiorno si vede dal mattino ed anche aprendo la posta ho due belle notizie.

Antonio, skipper ed editore de Il Frangente, mi ha allegato l'articolo a tutta pagina de Il Giornale sul libro "Skipper e Chef " dove ho scritto qualcosa anch'io .

Ci conosciamo da tanti anni, anche lui navigatore quasi a tempo pieno fino a 3 anni fa.

L'ultima volta in mare ci siamo incontrati qui in Polinesia, mentre con la sua bellissima Lycia, una barca di 16 metri , faceva il giro del mondo.

Poi mi è arrivato un email dalla redazione della Lonely Planet dove mi chiedevano l'autorizzazione ad inserire un mio scritto nella nuova edizione del " L'agenda del viaggiatore" e che nella nuova edizione della guida "Tahiti e la Polinesia francese" mi avrebbero inserito tra i ringraziamenti per la stesura della nuova edizione. Piccoli riconoscimenti per una vita vissuta con passione e curiosità.

A questa velocità dovremmo essere a Tahaa in un paio d'ore.

Mi porterò avanti un pò in cucina facendo già cuocere il tarò, un tubero dal colore grigio violaceo appena cotto , con un alto contenuto di ferro direttamente assimilabile e, dell'Urù , il frutto dell'albero del pane, con il quale farò del purè utilizzando il latte di cocco .

Il piatto di base sarà un trancio di Marlin , cotto ma non troppo, con una salsa di ginger polinesiano, che ha l'inconveniente di colorare di giallo evidenziatore tutto, e una spruzzata di semi di papavero.

Inizio a preparare anche un dolce visto che ci sono ed ho tempo. Preparo delle banane "Amoa", una delle tante qualità di banane presenti qui, scottate in padella con la cannella e poi le ricopro con una crema semplice di cioccolato semi amaro .

Oggi è un'eccezione poiché dopo la traversata in oceano gli stomaci sono sempre un pò scombussolati e quindi non c'è piatto migliore del sano piatto di pasta , non importa la salsa .

Essendo questa di oggi ,una traversata da "educande" non ci sono problemi per gli stomaci anzi..... c'è appetito!

Anche la cucina è una delle mie passioni e l'aver conosciuto e scoperto tante culture mi da la possibilità di variare molto nella scelta dei piatti e nella loro realizzazione .

Un altro vantaggio del Viaggiare !

Essere curiosi e non dare mai niente per scontato .

Nana arue

Michele

Gufo Trip Advisor

Grazie Michele per la bellissima intervista, sono sicuro che hai molto altro da raccontarci ma la carne al fuoco è già tanta quindi direi di chiudere qui la prima parte, che verrà presto pubblicata su Guforama. Ma in futuro la continueremo!

Grazie ancora Michele, ci hai fatto sognare! Non so ancora quando e con chi mi sposerò, ma dopo questa interviata per quanto riguarda il mio viaggio di nozze ho già le idee abbastanza chiare! Smile

 
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